I rischi del crescente debito globale
Instabilità politica, sfiducia negli attori internazionali e minori investimenti in settori chiave: queste le conseguenze della crescita globale del debito, la sfida che banche centrali e governi si trovano ad affrontare oggi.
Con il rialzo dei tassi d’interesse, dopo 15 anni ai livelli più bassi di sempre, crescono le preoccupazioni per i rischi associati al debito globale. Quest’ultimo è infatti aumentato negli ultimi anni a un ritmo allarmante fino a raggiungere il record di 315,000 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2024.
Nei mercati sviluppati, l’aumento deriva principalmente dalle politiche fiscali espansive implementate per affrontare prima la crisi finanziaria del 2008 e più recentemente quella legata alla pandemia. Al fine di stimolare la crescita, sostenere i sistemi sanitari e fornire assistenza economica a imprese e individui, i governi delle economie avanzate hanno contratto molto debito. Con l’aumento dei tassi di interesse, la spesa per il servizio di tale debito aumenta, portando a maggiori deficit di bilancio e distogliendo così risorse finanziarie agli investimenti pubblici in settori critici come infrastrutture, istruzione, sanità e welfare, riducendo peraltro la capacità di risposta ad eventuali shock economici futuri.
La situazione nelle economie in via di sviluppo è ancora più precaria. Queste spesso dipendono da debito solitamente denominato in valute estere come il dollaro. L’aumento dei tassi e la svalutazione della valuta nazionale acuiscono la già vulnerabile posizione fiscale di molti di questi mercati, portando a potenziali default e precarietà economica, recessioni prolungate ed elevata inflazione. Tutti elementi che rischiano di compromettere lo sviluppo, aumentare i livelli di povertà e causare disordini sociali e instabilità politica.
La strada maestra per l’abbattimento del debito è la crescita economica, ma quando il debito è elevato questa è ostacolata dalle dinamiche insidiose che caratterizzano l'interazione tra debito e tassi. Queste dinamiche sono conosciute come la “spirale del debito”: per affrontare una maggiore spesa d’interesse i governi debbono ridurre altre voci di bilancio implementando politiche di austerità che tendono a rallentare l’attività economica. Ma minore crescita e maggiori spese di interesse sono proprio le condizioni che portano i governi a dover aumentare ulteriormente il proprio debito. Perversamente tali condizioni, rendendo il rimborso del debito più difficile, preoccupano gli investitori che a fronte del più grande rischio di credito richiedono tassi ancora più alti proprio quando il paese necessita di nuovi prestiti, alimentando così un circolo vizioso.
L’aumento del debito ha altresì implicazioni sulla politica monetaria. Le banche centrali nei paesi molto indebitati sono sotto pressione per ridurre i costi del servizio del debito mantenendo bassi i tassi di interesse. Ciò però non aiuta la lotta contro l'inflazione e può portare a una perdita di credibilità ed efficacia nella politica monetaria, destabilizzando ulteriormente l’economia e favorendo la fuga di capitali. Quando l’inflazione sale e le banche centrali sono costrette ad alzare i tassi si rischia di innescare la spirale.
Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha tradizionalmente agito da rete di sicurezza, fornendo supporto finanziario ai Paesi che affrontano problemi di bilancio dei pagamenti. In un contesto di aumento dei tassi di interesse, la domanda di assistenza al Fondo è destinata a crescere. Tuttavia, i programmi del FMI impongono misure di austerità stringenti che incontrano forte resistenza politica. Inoltre, la capacità di aiuto del FMI potrebbe essere messa a dura prova qualora più paesi dovessero affrontare ingenti crisi contemporaneamente.
A differenza del passato, ormai la Cina gioca un ruolo cruciale nel panorama del debito globale. L’iniziativa Belt and Road ha portato a un significativo aumento dei prestiti ai Paesi in via di sviluppo. Sebbene questi abbiano permesso di finanziare importanti investimenti in infrastrutture, hanno anche sollevato preoccupazioni sulla sostenibilità del debito: molti dei Paesi beneficiari hanno infatti accumulato grandi debiti nei confronti di finanziatori cinesi. La Cina vuole gestire tali debiti al di fuori delle regole del FMI, spesso imponendo regole e condizioni opache. Le negoziazioni bilaterali con la Cina sono difficili visto lo squilibrio dei rapporti di forza in gioco. Sono quindi molte le nazioni che rischiano di trovarsi a gestire crisi più lunghe del dovuto oppure a dover alienare alla Cina parte del loro patrimonio industriale o infrastrutturale per ripagare il debito assunto, con tutte le conseguenze di sudditanza politica che questo comporta.
Affrontare l’onere del debito globale richiede dunque notevoli sforzi da parte dei governi coinvolti, che debbono attuare politiche fiscali responsabili e promuovere la produttività e la crescita. È anche necessaria però una collaborazione fattiva da parte delle istituzioni internazionali, al fine di promuovere migliore sostenibilità del debito, maggiore trasparenza nelle pratiche dei prestiti e politiche che supportino una crescita economica inclusiva. In una situazione geopolitica sempre più tesa ciò non è semplice, ma l’alternativa rischia di portare a instabilità economica diffusa e minare i progressi dello sviluppo globale.
Categoria: Scenario
Titolo: I rischi del crescente debito globale
Autore: Dante Roscini