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Un faro per navigare i mercati

All’inizio di agosto i mercati finanziari si sono dimostrati particolarmente volatili, in risposta alla pubblicazione di alcuni dati macroeconomici non brillanti negli Stati Uniti, che hanno indotto gli investitori ad attribuire una maggiore probabilità al verificarsi di una recessione globale e hanno determinato una brusca correzione dei listini azionari in molti Paesi. I timori di recessione sono poi progressivamente scemati, e le preoccupazioni hanno lasciato spazio ad una maggiore convinzione degli operatori finanziari che lo scenario di soft landing dell’economia mondiale possa rappresentare l’ipotesi più probabile.
Il recupero delle borse sembra esserne la conferma e ad oggi, nel loro complesso, sono sui livelli di fine luglio, anche se proseguono le pressioni e i dubbi sul ciclo economico. Tuttavia, l’andamento degli indici principali nasconde un cambiamento di passo nella performance dei vari settori, con i titoli più ‘tradizionali’ e ‘value’, come beni di consumo, farmaceutici, industriali e finanziari che hanno recuperato terreno su ‘tech’ e ‘growth’ cha avevano invece brillato più luminosi nel 2023 e nella prima metà del 2024.

A rasserenare gli animi degli investitori ha contribuito l’annuncio da parte della Federal Reserve che «è giunto il momento» per un aggiustamento della politica monetaria negli Stati Uniti. Tali misure saranno implementate già a partire dal meeting del FOMC del 18 settembre, dove sarà deliberato con ogni probabilità un primo taglio dei tassi di riferimento USA.

A fare da contraltare agli effetti positivi sui mercati finanziari legati all’adozione di politiche monetarie espansive, permangono sullo sfondo i rischi geopolitici legati ai conflitti bellici in atto: il loro acuirsi avrebbe effetti sul rincaro dei prezzi delle materie prime e, di riflesso, sull’inflazione, con conseguenti politiche monetarie restrittive più a lungo del previsto e potenziali effetti negativi sulla crescita economica. Inoltre, nelle prossime settimane la campagna elettorale negli Stati Uniti per l’elezione del nuovo presidente entrerà nel vivo e gli sviluppi che ne emergeranno potranno determinare un incremento della volatilità sui mercati finanziari, a seconda del candidato che apparirà in testa ai sondaggi e alle implicazioni che le politiche fiscali rispettivamente annunciate potranno avere sull’economia.

A fronte di un mercato volatile caratterizzato da tensioni geopolitiche che hanno un impatto rilevante sui mercati finanziari diventa fondamentale il ruolo di una gestione attiva, intesa come capacità di costruire e adattare strategicamente e tatticamente l’asset allocation dei portafogli per estrarre maggior valore dalle singole asset class. Per quanto riguarda settori più tradizionali, in particolare, maggiormente soggetti alla ciclicità dell’economia, è necessario porre grande attenzione alla scelta del singolo titolo.

È in contingenze come queste che, per i risparmiatori, è importante avere alle spalle un soggetto qualificato e con un solido track record. Questo permette di gestire attivamente l’asset allocation di portafoglio e di selezionare fra le migliori eccellenze del mercato le componenti per costruirlo e mantenerlo nel tempo, integrandolo strategicamente con componenti alternative e decorrelate dall’andamento generale del mercato al fine di far beneficiare il portafoglio complessivo del cliente del miglior compromesso tra rischio e rendimento.

Punti di forza dell’offerta di Banca Generali si rivelano, in questo particolare contesto, la proposta delle gestioni attive che portano nuova luce nel mondo in rapida evoluzione dell’Asset Management, con professionisti che selezionano i temi e le società che meglio riescono ad interpretare l’attuale contesto di mercato per consolidare i vantaggi del mercato azionario e individuare sul fronte obbligazionario le migliori opportunità nel mercato del debito.