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IA e geopolitica

Anche nell’era dell’IA, chi controlla le materie prime ricopre un ruolo fondamentale nello scacchiere internazionale

Nel 1556 venne pubblicata un’opera considerata fondamentale: il De Re Metallica di Agricola  Si trattava del primo trattato scientifico sulla classificazione dei minerali. Quanti erano quelli conosciuti? Meno di dieci. Una manciata. Da allora, come sappiamo, l’attività estrattiva è stata alla base del progresso tecnologico e sociale.

Tendiamo a dimenticare quanto, anche nell’era dell’intelligenza artificiale, molto se non tutto dipenda da chi controlla le materie prime. Così se volessimo tratteggiare i principi di una geopolitica dell’IA potremmo partire facilmente dalle competenze: gli Stati Uniti e la Cina sono i primi attori di questa mappa. E anche se siamo scivolati in tempi di globalizzazione fredda – le regole della globalizzazione per ora tendono ancora a funzionare anche se in un contesto bipolare che ricorda, appunto, la dinamica della Guerra fredda – il dialogo tra i due dominatori resiste. È notizia di queste settimane, a voler fare un esempio, l’accordo che Elon Musk ha firmato per Tesla con il gigante cinese Baidu (una sorta di clone cinese di Google) per l’utilizzo delle mappe ad alta definizione del territorio cinese, fondamentali per poter veicolare la nuova promessa di auto a guida autonoma che finalmente funzionino. Un’altra mappatura potrebbe essere disegnata sulla base delle finanze: «segui i soldi» è il consiglio che Gola profonda fornisce ai due giornalisti del Watergate, Carl Bernstein e Bob Woodward. Ma anche qui potremmo dire che la mappa mostra una polarizzazione netta: Usa e Cina, Washington e Pechino.

Ma cosa accade se torniamo alla lettura che ne avrebbe dato Agricola nel De Re Metallica? È utile ricordare che le ere dell’umanità sono sempre state legate a un minerale che ha determinato il cambio tecnologico: non a caso parliamo di età del bronzo e età del ferro. Oggi di cosa dovremmo parlare? Diciamo età del silicio, ma la realtà è molto più complessa. L’unica certezza è che parlare genericamente di IA non basta. Certo ci sono gli algoritmi, ma la verità è che gli algoritmi dell’IA risalgono, tranne scarni aggiornamenti, agli anni d’oro Settanta e Ottanta. L’algoritmo è una sequenza di istruzioni (il nome viene dal matematico arabo al-Khuwārizmī). Ma oggi a essere cambiato e ad aver accelerato l’IA è la quantità di dati per l’addestramento e la capacità computazionale dei computer.

La geopolitica dell’IA così rielaborata dipende sempre di più dalla capacità e dall’autonomia nel produrre i microprocessori (ricordiamolo: invenzione italiana visto che il padre è Federico Faggin, anche se come venne ricordato dal presidente Barack Obama all’atto della consegna della Medal of Technology, va ricordato che la genesi avvenne nei laboratori Intel). Ma l’industria è così complessa da avere ramificazioni inaspettate. Tutti abbiamo letto dell’incredibile exploit di NVIDIA, la società nata per costruire GPU per il gaming che poi si sono scoperte essere i tasselli fondamentali per far funzionare l’IA. Ma se guardiamo ai numeri i maggiori produttori al mondo sono Cina, Giappone, Taiwan e la Corea del Sud. Tutti in Asia. Con la Cina che, nel 2030, prenderà il posto che avevamo noi europei nel 2000, con un quarto del mercato mondiale. Più si scende nel processo di fabbricazione dei chip e più il quadro diventa intricato. L’Ucraina, per esempio, è tra i principali esportatori di C4F6 e di neon, un gas che serve per l’incisione laser dei wafer di silicio con cui si costruiscono i microchip. Il 90 per cento del neon usato nell’industria americana viene proprio da Kiev. Un’altra materia prima indispensabile è il palladio di cui la Russia controlla il 45 per cento, mentre le famose terre rare sono quasi tutte in mano cinese. Nella guerra di sanzioni tra Occidente e Russia come si posizionerà la Cina? In questo momento la geopolitica del chip può sembrare un fatto secondario, eppure l’IA diventerà sempre di più un tassello chiave per capire lo sviluppo delle economie e anche delle tensioni geopolitiche. Taiwan docet.

Categoria: Tecnologia
Autore: Massimo Sideri