Novità per Mercedes
Estetica da corsa e dettagli tecnici: queste sono le caratteristiche della nuova Mercedes Mythos AMG PureSpeed-6000.
Mythos è una parola evocativa, breve ma di grande impatto. L’ha scelta la Casa della Stella per una nuova linea di modelli ultra-esclusivi: il primo è l’AMG-SL. Dopo l’anteprima mondiale di maggio a Montecarlo con la presenza di Sir Lewis Hamilton e una passerella al Salone Nautico di Genova, la PureSpeed – è questo il nome deciso da Mercedes-Benz – ha raggiunto la fase finale del progetto, con la serie di test stradali.
«Il Concept Mercedes-AMG PureSpeed offre un assaggio di quello che è probabilmente il modo più diretto di sperimentare le prestazioni e il piacere di guida. Incarna il massimo livello di esclusività con un’emozionante “F1 feeling” da regalare ai nostri clienti» spiega Michael Schiebe, Chairman of the Board of Management of Mercedes-AMG. Ispirata alle leggendarie auto da corsa della Stella, la combinazione di un’estetica in chiave “race” e di prestazioni altamente dinamiche rende PureSpeed un’instant classic per soli intenditori, esprimendo il vertice dell’esclusività di Mercedes-Benz nei segmenti superiori. Basta pensare a uno degli highlight: il sistema Halo che sostituisce l’A-pillar: un elemento che deriva direttamente dalla classe regina del Motorsport ed è parte di ogni monoposto in F1 dalla stagione 2018 in quanto protegge la testa del pilota in caso di incidente. E come nella competizione, il sistema di sicurezza di PureSpeed consiste in una staffa collegata alla carrozzeria per proteggere gli occupanti. Nell’equipaggiamento sono comunque inclusi due caschi ottimizzati dal punto di vista aerodinamico, progettati e realizzati appositamente per il concept. Il campo visivo che hanno i piloti della massima serie automobilistica diviene così realtà per il guidatore e il passeggero che hanno una prospettiva visiva unica, non trovando il tetto, il parabrezza e i finestrini laterali a separarli dall'ambiente circostante.
Gli interni aggiungono elementi di spicco, con la loro esclusiva palette di colori e dotazioni, come il tocco dell’orologio specifico centrale firmato da IWC Schaffhausen. Va sottolineato che la Mercedes-AMG PureSpeed è una vera e propria auto ad alte prestazioni con una silhouette estremamente bassa. Non a caso, molte caratteristiche sono state ispirate dalla Mercedes-AMG ONE: le parti in fibra di carbonio a vista, dal taglio netto e tecnico, nella parte inferiore del veicolo, creano forte contrasto con le forme sensuali e arrotondate della parte superiore. Il design delle ruote è caratterizzato dal rivestimento in fibra di carbonio sui copriruota anteriori e posteriori. Quelli posteriori sono completamente chiusi per migliorare l’aerodinamica, mentre gli anteriori sono aperti per ottimizzare il flusso d’aria all’estremità per raffreddare i freni e dare deportanza. Tipici di una vettura sportiva sono il cofano lungo e il frontale molto basso con un pronunciato “shark nose”. Il design del secondo è simile a quello della Mercedes-AMG ONE con un’ampia presa d’aria inferiore, con scritta AMG e la stella Mercedes scura e cromata sul muso.
A tutto questo, inseguendo una perfetta aerodinamica, si aggiunge il cofano con un’uscita d’aria supplementare, mentre piccoli deflettori trasparenti nella zona anteriore e laterale direzionano il vento oltre l’abitacolo. Il minuzioso lavoro del team di progettazione si nota anche nella pannellatura delle parti inferiori delle portiere, con alette, mentre le spalle muscolose sopra le ruote posteriori a carreggiata larga si fondono con l’elegante cofano del bagagliaio e la “grembialatura” posteriore che enfatizza la larghezza. Da elogiare l’idea di creare dettagli nel design che rendano omaggio al Motorsport. Per esempio, i due “contrafforti volanti” dietro i sedili nascono per ricordare auto da corsa leggendarie come la 300 SLR, con la quale Stirling Moss e Denis Jenkinson vinsero la Mille Miglia del 1955 a una velocità media record di ben 157 km/h su strada. L’accattivante verniciatura – in un gradiente di colore che va dal rosso Le Mans al grigio grafite con motivo AMG nero – richiama invece la combinazione di colori della vettura Mercedes vincitrice della Targa Florio del 1924. L’auto era dipinta tutta di rosso, colore tipicamente riservato ai veicoli italiani mentre all’epoca quelle tedesche erano tradizionalmente dipinte di bianco. La vernice rossa, secondo le intenzioni della squadra sportiva della Stella, doveva servire a dissuadere i tifosi siciliani dall’ostacolarla in gara e l’idea funzionò. Dopo circa sei ore e mezza, su una distanza di 432 chilometri, la Mercedes Due litri con il numero 10 tagliò per prima il traguardo, con il tedesco Christian Werner al volante. Ed ecco il numero 10 sui parafanghi anteriori del Concept Mercedes- AMG PureSpeed in riferimento alla vittoria della Targa Florio di 100 anni fa.
Nella presentazione, Sir Lewis Hamilton e il suo compagno di squadra George Russell sono rimasti favorevolmente sorpresi da un aspetto del concept. Il primo ha commentato: «Mi piace che la nuova vettura si presenti come una favolosa due posti completamente aperta con un design estremo e radicale. Ho amato la AMG One perché raggiungeva velocità incredibili e il sound è più o meno lo stesso delle auto da gara: una monoposto come una F1 rivista da AMG, in modo che potesse viaggiare su strada. La PureSpeed, al di là delle ottime prestazioni garantite da chi la costruisce, ha un’eleganza classicissima che conquista subito e la pone in pole position per gli appassionati». Non ci sono dati ufficiali sulle performance: basandosi su una Mercedes-AMG SL si deduce che dovrebbero essere disponibili 805 cavalli o anche di più. Questo dovrebbe consentire una velocità massima di circa 320 km/h e uno 0-100 km/h in meno di tre secondi. Lo scopriranno sicuramente, con grande entusiasmo, i 250 clienti – non potranno essere di più, almeno nel 2025 – che riceveranno con il gioiello su quattro ruote un cronografo esclusivo, sviluppato dalla Casa della Stella insieme al partner IWC Schaffhausen.
Categoria: Motori
Titolo: Novità per Mercedes
Autore: Maurizio Bertera