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Trump e l’economia

Le linee programmatiche della prossima amministrazione Trump influenzeranno lo scenario globale – dall’economia alla geopolitica, dal commercio alla moneta.

Il 20 gennaio la nuova Amministrazione Trump tornerà alla Casa Bianca, potendo contare sulla maggioranza sia alla Camera che al Senato. Ciò faciliterà l’approvazione delle preannunciate politiche di deregolamentazione, riforma fiscale e riallineamento del commercio internazionale che comporteranno cambiamenti significativi nel panorama economico – con implicazioni in tutti i settori, dai dazi, all’inflazione e alla valuta.

Nel settore bancario regole meno rigide potrebbero incoraggiare una maggiore propensione al rischio e aumentare la redditività. Trump ha anche promesso forte supporto alle criptovalute. Tuttavia, in assenza di un’efficace supervisione regolamentare, i consumatori potrebbero essere maggiormente esposti a pratiche predatorie.

Una riduzione delle azioni antitrust e politiche mirate a riportare in patria la produzione di semiconduttori andranno ad avvantaggiare il settore tecnologico, stimolando gli investimenti e incentivando lo sviluppo nazionale. È probabile un approccio più aggressivo per limitare l’influenza cinese con il divieto di app come TikTok, restrizioni commerciali su hardware e veicoli elettrici, e maggiori controlli sulle esportazioni. Trump assumerà la carica in un momento cruciale per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, potendo definire, anche con il supporto di Elon Musk e i magnati della Silicon Valley, l’approccio degli Stati Uniti verso queste tecnologie sempre più influenti.

Le politiche America First daranno priorità alla rivitalizzazione della manifattura industriale domestica e all’indipendenza energetica. La produzione industriale verrà incentivata attraverso sussidi e un sostegno mirato ai settori considerati strategici per la sicurezza nazionale. In un’America già indipendente dal punto di vista energetico, la nuova amministrazione promuoverà i combustibili fossili, espandendo il fracking e le trivellazioni di gas e petrolio. Verranno ridotti gli incentivi per le energie rinnovabili, rallentando così la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. L’Amministrazione Trump inoltre uscirà nuovamente dall’accordo di Parigi, aumentando i rischi climatici a lungo termine.

È inoltre probabile che Trump riesca questa volta a smantellare molti aspetti dell’Affordable Care Act (conosciuto come Obamacare). Tagli alla spesa sanitaria potrebbero ampliare le disuguaglianze nell’accesso alle cure mediche e mettere in difficoltà gli ospedali che assistono le fasce di popolazione a basso reddito. L’industria farmaceutica teme pressioni per ridurre i prezzi e ciò che farà il No-vax Robert F. Kennedy Jr., nominato ministro della salute.

Durante il primo mandato, il settore agricolo è stato fortemente colpito dalle guerre commerciali, in particolare con la Cina, richiedendo sussidi governativi per attenuarne le perdite. L’annunciato approccio ancora più protezionista del Trump 2.0 – con tariffe sulle importazioni cinesi che potrebbero arrivare al 60% e il rischio di ritorsioni da parte dei partner commerciali – aggraverà le tensioni. Inoltre, se si concretizzasse la deportazione di massa di immigrati annunciata in campagna elettorale, il settore agricolo sarebbe il primo a essere colpito, con un aumento dei salari e, conseguentemente, dei prezzi dei prodotti.

Sono molti a temere che possa tornare l’inflazione. Trump ha promesso ingenti tagli fiscali e un aumento della spesa pubblica per infrastrutture e difesa. Per la prima volta quest’anno le spese per interessi sul debito pubblico supereranno quelle militari. Il conseguente deficit di bilancio e l’aumento del debito pubblico potrebbero rivelarsi inflattivi, spingendo i mercati a richiedere rendimenti obbligazionari più elevati. Tariffe più alte aumenteranno il prezzo delle importazioni, mentre la riconfigurazione delle catene di approvvigionamento verso mercati non soggetti a dazi potrebbe far crescere i costi di produzione. In passato, Trump ha apertamente esercitato pressione sulla Federal Reserve affinché mantenesse bassi i tassi di interesse. La Fed è indipendente, ma se tale pressione avesse successo, anche solo parzialmente, potrebbero alimentare l’inflazione incoraggiando il ricorso al credito e alla spesa e minando al contempo la credibilità della Banca Centrale nel contrastarla.

I più ottimisti ritengono invece che la deregolamentazione e lo stimolo fiscale potranno incentivare una crescita economica più rapida. Maggiori entrate fiscali e politiche favorevoli ai combustibili fossili che potrebbero mantenere i prezzi del petrolio bassi aiuterebbero a contenere l’inflazione. Inoltre, il nuovo Dipartimento dell’Efficienza Governativa – guidato da Elon Musk, nonostante il palese conflitto di interessi – potrebbe individuare strategie per ridurre spese e deficit di bilancio.

Il dollaro potrebbe inizialmente rafforzarsi. Tariffe più alte e tensioni commerciali potrebbero spingere gli investitori internazionali a cercare rifugio nella valuta di riferimento. Tuttavia, nel lungo periodo, una minore integrazione dell’America nei mercati globali ridurrebbe la domanda di beni e servizi statunitensi, indebolendo il dollaro.

L’America rappresenta da sola un quarto dell’economia mondiale e, a quattro anni dal Covid, esibisce grande vitalità. I prossimi quattro, forieri di grandi cambiamenti geopolitici e tecnologici, ne definiranno la traiettoria futura e le scelte della nuova amministrazione avranno conseguenze profonde e globali.

Categoria: Scenario
Titolo: Trump e l’economia
Autore: Dante Roscini